Giovanni Calvino, al lettore

Non supponendo che la prima edizione di questo libro dovesse incontrare tanto favore, come invece ha voluto Iddio, nella sua bontà inscrutabile, l’avevo redatto con minor impegno sforzandomi di essere sintetico. Rendendomi conto, col passare del tempo, del grande successo che ha ottenuto, superiore ceno ad ogni mia aspettativa, e tanto più, ad ogni mia speranza, mi sono sentito impegnato a corrispondere, in modo più pieno ed esauriente, alle attese di coloro che hanno dimostrato di accogliere con tanto favore il mio insegnamento. E mi sentirei colpevole qualora non lo facessi, nei limiti delle mie pur limitate possibilità. Mi sono perciò impegnato in questa ricerca non solo quando il volume è stato stampato per la seconda volta, ma in ogni successiva edizione. Pur non avendo motivo di lamentarmi di questo impegno, confesso, tuttavia, di non essere mai stato pienamente soddisfatto del lavoro fintantoché non ho potuto reimpostarlo nella forma che vedrete appresso e che spero approverete. Posso addurre, a mio favore, il fatto che non ho risparmiato le mie energie a questo riguardo, per servire la Chiesa di Dio con tutto l’impegno che mi era possibile. Colpito l’inverno scorso da un attacco di febbre quartana per cui mi trovai al punto di lasciare questo mondo, quanto più la malattia risultava grave, tanto più mi impegnavo per condurre a termine questo libro sì che potesse essere una testimonianza, oltre la mia morte, della volontà mia di recare aiuto a coloro che già ne avevano ricavato qualche profitto e desideravano valersene ulteriormente.

Avrei desiderato farlo prima, ma risulterà sempre sufficientemente tempestivo e utile e, per conto mio, soddisfacente, se recherà nella Chiesa di Dio magiari frutti che per il passato. Questo è il mio unico desiderio. In realtà sarei molto mal ricompensato della mia fatica qualora non mi accontentassi di ottenere l’approvazione del mio Dio per poter disprezzare i pareri assurdi e perversi degli ignoranti, le calunnie e critiche dei malvagi. Pur avendo, infatti, Dio vincolato il mio cuore ad un disinteressato desiderio di accrescere il suo Regno e servire all’utilità della sua Chiesa, e pur avendo la coscienza buona e valida testimonianza dinanzi a Lui ed i suoi angeli di non aver mai avuto dal momento che mi ha conferito questo incarico di insegnamento, altra intenzione che quella di essere utile alla Chiesa nel difendere e confermare la pura dottrina che ci ha rivelata, credo non esista in terra uomo più aggredito e dilaniato da false calunnie di me. Questo da parte dì nemici dichiarati della verità di Dio come da parte di canaglie che si sono intrufolate nella Chiesa, da monaci usciti dai conventi per seminare corruzione nel luogo dove vanno a sistemarsi e da altra genia che vale quanto loro.

Senza andar più lontano: questo libro era già in bozze quando mi è giunta notizia da Augusta, dove hanno luogo le sedute della Dieta imperiale, che corre voce colà di un mio rientro nel papato; notizia accolta dalle corti principesche con eccessiva facilità. Il che dimostra che molti ipocriti, pur facendo professione dì evangelo, avrebbero avuto piacere che questo si verificasse. È questo il servizio che mi rendono molti di questi cortigiani, che avendo sperimentato molte volte la mia fermezza, dovrebbero fungere da avvocati difensori nei miei confronti, non ci fosse l’ingratitudine che lì trattiene; gente che tanto più mi doveva giudicare onestamente sapendo chi sono. Si sbagliano però di molto, il Diavolo e la sua banda, se pensano potermi prostrare e scoraggiare con ridicole menzogne. Ho fiducia che Dio mi concederà nella sua sovrana bontà di perseverare con pazienza incrollabile nella attuazione della sua santa vocazione, come ne offro valide prove ad ogni credente.

Il mio scopo è infatti istruire e formare coloro che intendono consacrarsi allo studio della teologia, facilitando il loro studio della sacra Scrittura e aiutandoli a ricavare da questa meditazione benefici per mantenere la retta via senza inciampare. Penso infatti aver esposto tutta la sostanza della religione cristiana nelle sue diverse parti ed averla coordinata in ordine sistematico. Chi avrà afferrato lo schema dell’insegnamento da me seguito potrà facilmente valutare e comprendere quale insegnamento debba cercare nella Scrittura e quale ne sia lo scopo. Non è pertanto il caso che nell’esporre i testi della sacra Scrittura, affronti i problemi con ampie disquisizioni dato che il presente libro vuol semplicemente essere uno schema generale per aiutare coloro che desiderano servirsene. Ognuno può rendersi conto di come non ami prolissità e divagazioni.

Con questo strumento i lettori, qualora abbiano diligentemente utilizzato l’insegnamento del presente libro, saranno aiutati nella soluzione di problemi e difficoltà per proseguire più agevolmente. Preferisco però si sperimenti questo direttamente più che vantarmene io stesso. Mi affido, con questo, alla mano di Dio, chiedendovi di non dimenticarmi nelle vostre preghiere se avete ricavato qualche utilità dalla mia fatica.

Da Ginevra il primo agosto 1559

Sant’Agostino, Epistola 7: "mi riconosco appartenere alla schiera di coloro che scrivono imparando ed imparano scrivendo".


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