Trentunesima domenica
D. 83: Che cos'è l'ufficio delle chiavi?
È la predicazione del santo Vangelo e la disciplina ecclesiastica. Con questi due strumenti il regno dei cieli viene aperto ai credenti, e chiuso ai non credenti[1].
D. 84. In che modo viene aperto e chiuso il regno dei cieli attraverso la predicazione del santo Vangelo?
Annunciando e attestando pubblicamente, secondo l'ordine di Cristo, a tutti i fedeli in Generale e a ciascuno in particolare che tutte le volte che essi accolgono la promessa del Vangelo con vera fede, sono loro veramente perdonati da Dio, a causa del merito di Cristo, tutti i loro peccati. Inoltre, al contrario, annunciando e attestando pubblicamente agli increduli e agli ipocriti che pesano su di loro, finché non si convertono, la collera di Dio e la condanna eterna. Secondo questa testimonianza del Vangelo Dio giudicherà sia in questa vita sia nella vita futura[2].
D. 85. In che modo è aperto e chiuso il regno dei cieli mediante la disciplina ecclesiastica?
Denunciando, secondo l'ordine di Cristo, alla chiesa e a coloro che essa ha stabilito a tale scopo coloro che, spacciandosi per cristiani, insegnano o si comportano in modo non cristiano e che, nonostante ripetuti fraterni avvertimenti, non rinunciano ai loro errori o ai loro vizi. Se non si arrendono all'esortazione della chiesa o dei suoi ministri, essi sono esclusi da questi ultimi dalla comunità cristiana, mediante l'interdizione dai santi sacramenti, e, da parte di Dio stesso, dal regno di Cristo[3]. Essi sono riammessi come membri di Cristo e della chiesa se promettono e dimostrano di volersi veramente ravvedere[4].
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[1] "Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli»" (Mt. 16:19). "Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi». Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti»" (Gv. 20:21-23).
[2] "Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli»" (Mt. 16:19); "Colui che viene dall'alto è sopra tutti; colui che viene dalla terra è della terra e parla come uno che è della terra; colui che vien dal cielo è sopra tutti. Egli rende testimonianza di quello che ha visto e udito, ma nessuno riceve la sua testimonianza. Chi ha ricevuto la sua testimonianza ha confermato che Dio è veritiero. Perché colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio; Dio infatti non dà lo Spirito con misura. Il Padre ama il Figlio, e gli ha dato ogni cosa in mano. Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui»" (Gv. 3:31-36); "Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi». Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti»" (Gv. 20:21-23).
[3] "«Se tuo fratello ha peccato contro di te, va' e convincilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello; ma, se non ti ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. Se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano. Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo. E in verità vi dico anche: se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro»" (Mt. 18:15-20); "Quanto a me, assente di persona ma presente in spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha commesso un tale atto. Nel nome del Signore Gesù, essendo insieme riuniti voi e lo spirito mio, con l'autorità del Signore nostro Gesù, ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana, per la rovina della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù ... ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare. Poiché, devo forse giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi" (1 Co. 5:3-5, 11-13).
[4] "Egli dunque si alzò e tornò da suo padre; ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò. E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". Ma il padre disse ai suoi servi: "Presto, portate qui la veste più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato". E si misero a fare gran festa" (Lu. 15:20-24); "Basta a quel tale la punizione inflittagli dalla maggioranza; quindi ora, al contrario, dovreste piuttosto perdonarlo e confortarlo, perché non abbia a rimanere oppresso da troppa tristezza. Perciò vi esorto a confermargli il vostro amore; poiché anche per questo vi ho scritto: per vedere alla prova se siete ubbidienti in ogni cosa. A chi voi perdonate qualcosa, perdono anch'io; perché anch'io quello che ho perdonato, se ho perdonato qualcosa, l'ho fatto per amor vostro, davanti a Cristo, affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo le sue macchinazioni" (2 Co. 2:6-11).
TERZA PARTE LA RICONOSCENZA
Trentaduesima domenica
D. 86. Poiché siamo liberati dalla nostra miseria dalla grazia di Cristo, senza alcun merito da parte nostra, perché dobbiamo compiere ancora delle opere buone?
Perché, dopo averci riscattati con il suo sangue, Cristo ci rinnova con il suo Santo Spirito a Sua immagine, affinché ci mostriamo riconoscenti verso Dio per i suoi benefici[1] con tutta la nostra vita e lo glorifichiamo[2] (lo lodiamo): Inoltre, affinché anche noi siamo assicurati della nostra fede mediante i frutti[3] che essa porta e affinché con la santità della nostra condotta conquistiamo il nostro prossimo a Cristo[4].
D. 87. Non possono essere quindi salvati coloro che non si convertono a Dio ma persistono nella loro condotta ingrata e impenitente?
In nessun modo. La Scrittura dice, infatti: né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio[5].
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[1] "...e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità; ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio" (Ro. 6:13); "Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà" (Ro. 12:1,2); "Anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Infatti si legge nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chiunque crede in essa non resterà confuso». Per voi dunque che credete essa è preziosa; ma per gli increduli «la pietra che i costruttori hanno rigettata è diventata la pietra angolare, pietra d'inciampo e sasso di ostacolo». Essi, essendo disubbidienti, inciampano nella parola; e a questo sono stati anche destinati. Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa; voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia" (1 Pi. 2:5-10).
[2] "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli" (1 Co. 5:16); "Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo" (1 Co. 6:19,20).
[3] "Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni" (Mt. 7:17,18); "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge. Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri" (Ga. 5:22-24); "Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai. In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo" (2 Pi. 1:10,11).
[4] "Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli" (Mt. 5:14); "...perché il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. Poiché chi serve Cristo in questo, è gradito a Dio e approvato dagli uomini. Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione" (Ro. 14:17-19) ."Siate sottomessi, per amor del Signore, a ogni umana istituzione: al re, come al sovrano" (1 Pi. 2:13); "Anche voi, mogli, siate sottomesse ai vostri mariti perché, se anche ve ne sono che non ubbidiscono alla parola, siano guadagnati, senza parola, dalla condotta delle loro mogli, quando avranno considerato la vostra condotta casta e rispettosa" (1 Pi. 3:1,2).
[5] "Non sapete che gl'ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio" (1 Co. 6:9,10). "Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio" (Ga. 5:19-21); "Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l'ira di Dio viene sugli uomini ribelli" (Ef. 5:5,6); "Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte" (Ga. 3:14).
Trentatreesima domenica
D. 88. Di quante parti si compone la vera penitenza o conversione dell'uomo?
Di due parti: la mortificazione del vecchio uomo e la risurrezione dell’uomo nuovo[1].
D. 89. Che cos'è la mortificazione del vecchio uomo?
È essere dispiaciuto di tutto cuore per aver offeso Dio con il nostro peccato, ed odiarlo e fuggirlo sempre più[2].
D. 90. Che cos'è la risurrezione dell'uomo nuovo?
È rallegrarsi di tutto cuore in Dio mediante il Cristo[3] e desiderare e amare una vita fatta interamente di opere buone secondo la volontà di Dio[4].
D. 91. Quali sono dunque le opere buone?
Solo quelle che procedono da una vera fede[5], che sono fatte secondo la legge di Dio[6] e per la sua gloria[7] e non quelle che facciamo di testa nostra (sulla nostra propria opinione) o che si basano su leggi umane[8] (precetti inventati dall’uomo).
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[1] "Che diremo dunque? Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi? No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso? O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita. Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua. Sappiamo infatti che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato; infatti colui che è morto, è libero dal peccato. Ora, se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con lui, sapendo che Cristo, risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Poiché il suo morire fu un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a Dio. Così anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù" (Ro. 6:1-11); "Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata" (1 Co. 5:7; "Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove" (2 Co. 5:17); "...avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità" (Ef. 4:22-24); "Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. Per queste cose viene l'ira di Dio [sui figli ribelli]. E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse. Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene. Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato" (Cl. 3:5-10).
[2] "...poiché riconosco le mie colpe, il mio peccato è sempre davanti a me. ... Ho peccato contro te, contro te solo, ho fatto ciò ch'è male agli occhi tuoi. Perciò sei giusto quando parli, e irreprensibile quando giudichi. ...Sacrificio gradito a Dio è uno spirito afflitto; tu, Dio, non disprezzi un cuore abbattuto e umiliato" (Sl. 51:3,4,17); "«Nondimeno, anche adesso», dice il SIGNORE, «tornate a me con tutto il vostro cuore, con digiuni, con pianti e con lamenti!». Stracciatevi il cuore, non le vesti; tornate al SIGNORE, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira e pieno di bontà, e si pente del male che manda" (Gl. 2:12,13); "Così dunque, fratelli, non siamo debitori alla carne per vivere secondo la carne; perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete" (Ro. 8:12,13); "Perché la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c'è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte" (2 Co. 7:10).
[3] "Fammi di nuovo udire canti di gioia e letizia, ed esulteranno quelle ossa che hai spezzate ... Rendimi la gioia della tua salvezza e uno spirito volenteroso mi sostenga" (Sl. 51:8,12); "Infatti così parla Colui che è l'Alto, l'eccelso, che abita l'eternità, e che si chiama il Santo. «Io dimoro nel luogo eccelso e santo, ma sto vicino a chi è oppresso e umile di spirito per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore degli oppressi" (Is. 57:15); "Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore ... perché il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo" (Ro. 5:1; 14:17).
[4] "Poiché il suo morire fu un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a Dio. Così anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù" (Ro. 6:10,11); "Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me" (Ga. 2:20).
[5] "Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla" (Gv. 15:5); "Ma chi ha dei dubbi riguardo a ciò che mangia è condannato, perché la sua condotta non è dettata dalla fede; e tutto quello che non viene da fede è peccato" (Ro. 14:23); "Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano" (Eb. 11:6).
[6] "Metterete in pratica le mie prescrizioni e osserverete le mie leggi, per conformarvi a esse. Io sono il SIGNORE vostro Dio" (Le. 18:4); "Samuele disse: «Il SIGNORE gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l'ubbidire alla sua voce? No, l'ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni" (1 Sa. 15:22); "...infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo" (Ef. 2:10).
[7] “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio” (1 Co. 10:31).
[8] "Avrete cura di mettere in pratica tutte le cose che vi comando; non vi aggiungerai nulla e nulla ne toglierai" (De. 12:32); "Il Signore ha detto: «Poiché questo popolo si avvicina a me con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il timore che ha di me non è altro che un comandamento imparato dagli uomini" (Is. 29:13); "...ma dissi ai loro figli nel deserto: «Non camminate secondo i precetti dei vostri padri, non osservate le loro prescrizioni, non vi contaminate mediante i loro idoli! Io sono il SIGNORE, il vostro Dio; camminate secondo le mie leggi, osservate i miei precetti e metteteli in pratica" (Ez. 20:18,19); "Ipocriti, ben profetizzò Isaia di voi quando disse: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d'uomini" (Mt. 15:7-9).
Trentaquattresima domenica
IL DECALOGO
D. 92: Che cosa dice la legge di Dio?
Allora Dio pronunziò tutte queste parole: «Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù.
1. Non avere altri dèi oltre a me.
2. Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
3. Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.
4. Ricòrdati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al SIGNORE Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città; poiché in sei giorni il SIGNORE fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il SIGNORE ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato.
5.Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà.
6. Non uccidere.
7. Non commettere adulterio.
8. Non rubare.
9. Non attestare il falso contro il tuo prossimo.
10. Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo»[1].
D. 93. Come si dividono questi comandamenti?
In due tavole, la prima delle quali ci insegna, in quattro comandamenti, come dobbiamo comportarci verso Dio, la seconda, in sei comandamenti, quali sono i nostri doveri verso il nostro prossimo[2].
D. 94. Che cosa esige Dio nel primo comandamento?
Per amore della mia stessa salvezza, devo evitare e fuggire ogni sorta di idolatria[3], stregoneria, superstizione[4], invocazione (preghiere) dei santi o di altre creature[5]. Devo invece giungere a conoscere il solo vero Dio[6], porre la mia fiducia in lui solo[7], sottomettermi a Lui con ogni umiltà[8] e pazienza[9], aspettarmi da Lui solo ogni bene[10] e amarlo[11], onorarlo[12] e temerlo[13] di tutto cuore, al punto da rinunciare a tutte le creature piuttosto che fare la minima cosa contro la sua volontà[14].
D. 95. Che cos'è l'idolatria?
È inventare o avere, al posto del solo vero Dio che si è rivelato nella sua Parola, o accanto a lui, qualche altra cosa in cui si ripone la propria fiducia[15].
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[1] Es. 20:1-17; Cfr. De. 5:6-21.
[2] “Gesù gli disse: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti»” (Mt. 22:47-40).
[3] "Non sapete che gl'ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio" (1 Co. 6:9,10); "Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque: infatti furono abbattuti nel deserto. Or queste cose avvennero per servire da esempio a noi, affinché non siamo bramosi di cose cattive, come lo furono costoro, e perché non diventiate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto è scritto: «Il popolo si sedette per mangiare e bere, poi si alzò per divertirsi». Non fornichiamo come taluni di loro fornicarono e ne caddero, in un giorno solo, ventitremila. Non tentiamo il Signore, come alcuni di loro lo tentarono, e perirono, morsi dai serpenti. Non mormorate, come alcuni di loro mormorarono, e perirono colpiti dal distruttore. Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche. Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare. Perciò, miei cari, fuggite l'idolatria" (1 Co. 10:4-14); "Figlioli, guardatevi dagl'idoli" (1 Gv. 5:21).
[4] "Non vi rivolgete agli spiriti, né agli indovini; non li consultate, per non contaminarvi a causa loro. Io sono il SIGNORE vostro Dio" (Le. 19:31); "Quando sarai entrato nel paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà, non imparerai a imitare le pratiche abominevoli di quelle nazioni. Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco, né chi esercita la divinazione, né astrologo, né chi predice il futuro, né mago, né incantatore, né chi consulta gli spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante, perché il SIGNORE detesta chiunque fa queste cose; a motivo di queste pratiche abominevoli, il SIGNORE, il tuo Dio, sta per scacciare quelle nazioni dinanzi a te" (De. 18:9-12).
[5] "Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto" (Mt. 4:10); "Io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia» .. Io, Giovanni, sono quello che ha udito e visto queste cose. E, dopo averle viste e udite, mi prostrai ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate, per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo; io sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i profeti, e come quelli che custodiscono le parole di questo libro. Adora Dio!»" (Ap. 19:10; 22:8,9).
[6] “Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” (Gv. 17:3).
[7] “Così parla il SIGNORE: «Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dal SIGNORE! Egli è come una tamerice nel deserto: quando giunge il bene, egli non lo vede; abita in luoghi aridi, nel deserto, in terra salata, senza abitanti. Benedetto l'uomo che confida nel SIGNORE, per cui il SIGNORE è la sua fiducia” (Gr. 17:5-7).
[8] “Così anche voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo” (1 Pi. 5:5,6).
[9] "...non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza" (Ro. 5:3,4); "Non mormorate, come alcuni di loro mormorarono, e perirono colpiti dal distruttore" (1 Co. 10:10); "Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute" (Fl. 2:14); "...fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti” (Cl. 1:11); "Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso" (Eb. 10:36).
[10] "Tutti quanti sperano in te perché tu dia loro il cibo a suo tempo. Tu lo dai loro ed essi lo raccolgono; tu apri la mano, e sono saziati di beni" (Sl. 104:27,28); "Io formo la luce, creo le tenebre, do il benessere, creo l'avversità; io, il SIGNORE, sono colui che fa tutte queste cose" (Is. 45:7); "Ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento" (Gm. 1:17).
[11] “Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze” (De. 6:5).
[12] "Temerai il SIGNORE, il tuo Dio, lo servirai e giurerai nel suo nome ... Temi il SIGNORE, il tuo Dio, servilo, tieniti stretto a lui e giura nel suo nome" (De. 6:13; 10:20).
[13] "...così che tu tema il tuo Dio, il SIGNORE, osservando, tutti i giorni della tua vita, tu, tuo figlio e il figlio di tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandamenti che io ti do, affinché i tuoi giorni siano prolungati" (De. 6:2); "Poiché il SIGNORE è giusto; egli ama la giustizia; gli uomini retti contempleranno il suo volto" (Sl. 11:7); "Il timore del SIGNORE è il principio della scienza; gli stolti disprezzano la saggezza e l'istruzione. ... Il principio della saggezza è il timore del SIGNORE, e conoscere il Santo è l'intelligenza" (Pr. 1:7; 9:10); "E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna" (Mt. 10:28): "E se invocate come Padre colui che giudica senza favoritismi, secondo l'opera di ciascuno, comportatevi con timore durante il tempo del vostro soggiorno terreno" (1 Pi. 1:17).
[14] "Se dunque il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo. E se la tua mano destra ti fa cadere in peccato, tagliala e gettala via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo ... Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà" (Mt. 5:29,30; 10:37-39); "Ma Pietro e gli altri apostoli risposero: «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini" (At. 5:29).
[15] "Poiché tutti gli dèi dei popoli son idoli vani, ma il SIGNORE ha fatto i cieli" (1 Cr. 16:26); "In quel tempo, è vero, non avendo conoscenza di Dio, avete servito quelli che per natura non sono dèi, ma ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, di cui volete rendervi schiavi di nuovo?" (Ga. 4:8,9); "Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio" (Ef. 5:5); "...la fine dei quali è la perdizione; il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l'animo alle cose della terra" (Fl. 3:19).
Trentacinquesima domenica
D. 96. Qual è la volontà di Dio nel secondo comandamento?
Che noi non raffiguriamo Dio in alcun modo[1] e che non gli rendiamo altro culto se non quello che egli ha comandato nella sua Parola[2].
D. 97. Non si deve fare quindi nessun'immagine?
Dio non può né deve essere raffigurato in alcun modo. Quanto alle creature, pur essendo possibile raffigurarle, Dio proibisce di farne o di possederne immagini destinate a essere onorate o usate nel culto che gli è reso[3].
D. 98. Non si possono tollerare nelle chiese le immagini come libri per gli ignoranti?
No, poiché non dobbiamo essere più sapienti di Dio, il quale vuole istruire la sua chiesa non per mezzo d'idoli (immagini mute)[4], ma attraverso la viva predicazione della sua Parola[5].
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[1] "Siccome non vedeste nessuna figura il giorno che il SIGNORE vi parlò in Oreb dal fuoco, badate bene a voi stessi, affinché non vi corrompiate e non vi facciate qualche scultura, la rappresentazione di qualche idolo, la figura di un uomo o di una donna, la figura di uno degli animali della terra, la figura di un uccello che vola nei cieli, la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto la terra; e anche affinché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l'esercito celeste, tu non ti senta attratto a prostrarti davanti a quelle cose e a offrire loro un culto, perché quelle sono le cose che il SIGNORE, il tuo Dio, ha lasciato per tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli" (De. 4:15-19). "A chi vorreste assomigliare Dio? Con quale immagine lo rappresentereste? Un artista fonde l'idolo, l'orafo lo ricopre d'oro e vi salda delle catenelle d'argento. Colui che la povertà costringe a offrir poco sceglie un legno che non marcisca, e si procura un abile artigiano, per fare un idolo che non vacilli. Ma non lo sapete? Non l'avete sentito? Non vi è stato annunziato fin dal principio? Non avete riflettuto sulla fondazione della terra? Egli è assiso sulla volta della terra, da lì gli abitanti appaiono come cavallette; egli distende i cieli come una cortina e li spiega come una tenda per abitarvi; egli riduce i prìncipi a nulla, e annienta i giudici della terra; appena piantati, appena seminati, appena il loro fusto ha preso radici in terra, egli vi soffia contro, e quelli inaridiscono e l'uragano li porta via come stoppia. «A chi dunque mi vorreste assomigliare, a chi sarei io uguale?» dice il Santo" (Is. 40:18-25); "Nadab e Abiu figli d'Aaronne, presero ciascuno il suo turibolo, vi misero dentro del fuoco, vi posero sopra dell'incenso, e offrirono davanti al SIGNORE del fuoco estraneo, diverso da ciò che egli aveva loro ordinato. Allora un fuoco uscì dalla presenza del SIGNORE e li divorò; così morirono davanti al SIGNORE. Allora Mosè disse ad Aaronne: «Questo è quello di cui il SIGNORE ha parlato, quando ha detto: "Io sarò santificato per mezzo di quelli che mi stanno vicino e sarò glorificato in presenza di tutto il popolo"». Aaronne tacque. Mosè chiamò Misael e Elsafan, figli di Uziel, zio d'Aaronne e disse loro: «Avvicinatevi, portate via i vostri fratelli dal santuario, fuori dall'accampamento». Essi si avvicinarono e li portarono via nelle loro tuniche, fuori dall'accampamento, come Mosè aveva detto. Mosè disse ad Aaronne, a Eleazar e a Itamar, suoi figli: «Non andate a capo scoperto e non vi stracciate le vesti, affinché non moriate, e il SIGNORE non si adiri contro tutta la comunità; ma i vostri fratelli, tutta quanta la casa d'Israele, facciano pure cordoglio per quelli che il SIGNORE ha bruciati. Non vi allontanate dall'ingresso della tenda di convegno, altrimenti morirete; perché l'olio dell'unzione del SIGNORE è su di voi». Ed essi fecero come Mosè aveva detto" (Le. 10:1-7). "Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umana" (At.1 7:29); "...e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili" (Ro. 1:23).
[2] "Nadab e Abiu figli d'Aaronne, presero ciascuno il suo turibolo, vi misero dentro del fuoco, vi posero sopra dell'incenso, e offrirono davanti al SIGNORE del fuoco estraneo, diverso da ciò che egli aveva loro ordinato. Allora un fuoco uscì dalla presenza del SIGNORE e li divorò; così morirono davanti al SIGNORE. Allora Mosè disse ad Aaronne: «Questo è quello di cui il SIGNORE ha parlato, quando ha detto: "Io sarò santificato per mezzo di quelli che mi stanno vicino e sarò glorificato in presenza di tutto il popolo"». Aaronne tacque. Mosè chiamò Misael e Elsafan, figli di Uziel, zio d'Aaronne e disse loro: «Avvicinatevi, portate via i vostri fratelli dal santuario, fuori dall'accampamento». Essi si avvicinarono e li portarono via nelle loro tuniche, fuori dall'accampamento, come Mosè aveva detto. Mosè disse ad Aaronne, a Eleazar e a Itamar, suoi figli: «Non andate a capo scoperto e non vi tracciate le vesti, affinché non moriate, e il SIGNORE non si adiri contro tutta la comunità; ma i vostri fratelli, tutta quanta la casa d'Israele, facciano pure cordoglio per quelli che il SIGNORE ha bruciati. Non vi allontanate dall'ingresso della tenda di convegno, altrimenti morirete; perché l'olio dell'unzione del SIGNORE è su di voi». Ed essi fecero come Mosè aveva detto" (Le. 10:1-7); "...guàrdati bene dal cadere nel laccio seguendo il loro esempio, dopo che saranno state distrutte davanti a te, e dall'informarti sui loro dèi, dicendo: «Come servivano i loro dèi queste nazioni? Anch'io voglio fare lo stesso»" (De. 12:30); "Samuele disse: «Il SIGNORE gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l'ubbidire alla sua voce? No, l'ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni; infatti la ribellione è come il peccato della divinazione, e l'ostinatezza è come l'adorazione degli idoli e degli dèi domestici. Poiché tu hai rigettato la parola del SIGNORE, anch'egli ti rigetta come re»" (1 Sa. 15:22,23); "Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d'uomini"»" (Mt. 15:9); "Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità»" (Gv. 4:23,24).
[3] "...ma demolite i loro altari, frantumate le loro colonne, abbattete i loro idoli; tu non oorerai altro dio, perché il SIGNORE, che si chiama il Geloso, è un Dio geloso. ...Non ti farai dèi di metallo fuso" (Is. 34:13,14,17); "..scaccerete d'innanzi a voi tutti gli abitanti del paese, distruggerete tutte le loro immagini, distruggerete tutte le loro statue di metallo fuso e demolirete tutti i loro luoghi sacri" (Nu. 33:52); "Soppresse gli alti luoghi, frantumò le statue, abbatté l'idolo d'Astarte, e fece a pezzi il serpente di rame che Mosè aveva fatto; perché fino a quel tempo i figli d'Israele gli avevano offerto incenso; lo chiamò Neustan. Egli mise la sua fiducia nel SIGNORE, Dio d'Israele; e fra tutti i re di Giuda che vennero dopo di lui o che lo precedettero, non ve ne fu nessuno simile a lui" (2 Re 18:4,5); "«A chi dunque mi vorreste assomigliare, a chi sarei io uguale?» dice il Santo" (Is. 40:25).
[4] "Ma costoro tutti insieme sono stupidi e insensati; non è che una dottrina di vanità; non è altro che legno" (Gr. 1:8); "A che serve l'immagine scolpita, perché l'artefice la scolpisca? A che serve l'immagine fusa che insegna la menzogna, perché l'artefice confidi nel suo lavoro e fabbrichi idoli muti? Guai a chi dice al legno: "Svègliati!" e alla pietra muta: "Àlzati!" Può questa istruire? Ecco, è ricoperta d'oro e d'argento, ma non c'è in lei nessuno spirito. Ma il SIGNORE è nel suo tempio santo; tutta la terra faccia silenzio in sua presenza!»" (Ab. 2:18-20).
[5] "Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunzi? E come annunzieranno se non sono mandati? Com'è scritto: «Quanto sono belli i piedi di quelli che annunziano buone notizie!» ...Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo" (Ro. 10:14,15,17); "Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2 Ti. 3:16,17); "Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori" (1 Pi. 1:19).
Trentaseiesima e trentasettesima domenica
D. 99. Che cosa vuole il terzo comandamento?
Che non bestemmiamo né profaniamo il nome di Dio, imprecando[1] o prestando falsi giuramenti[2] o giurando senza alcuna necessità[3] e che non ci rendiamo neppure complici di un così orribile peccato con il nostro silenzio e la nostra connivenza (assistendo in silenzio alla bestemmia)[4]. In una parola, che non abbiamo in bocca il santo nome di Dio se non con timore e venerazione[5], affinché esso sia veramente confessato[6], invocato[7] e glorificato in ogni nostra parola ed opera[8].
D. 100. Il bestemmiare il nome di Dio, giurando e imprecando, è quindi un peccato così grande che Dio s'irrita anche contro coloro che non contribuiscono per quanto è in loro potere a impedirlo e ad interdirlo?
Sì, certamente[9]. Non vi è, infatti, maggior peccato, né cosa che irriti maggiormente Dio, del fatto di bestemmiare il suo nome. Per questo egli ha anche ordinato di punirlo con la morte[10].
D. 101. Si può ciononostante prestare giuramento usando il nome di Dio senza mettere a repentaglio la propria salvezza?
Sì, quando il governo lo richiede ai suoi sudditi o la necessità lo esige per conservare e promuovere la fedeltà e la verità, per la gloria di Dio e la salvezza del prossimo. Tali giuramenti sono basati infatti sulla parola di Dio[11], e, di conseguenza, i santi, sia sotto l'antica che sotto la nuova alleanza[12], ne hanno fatto un giusto uso.
D. 102. Si può prestare giuramento anche mediante i santi o altre creature?
No. Un giuramento legittimo è infatti un'invocazione di Dio perché lui, che solo conosce i cuori, voglia rendere testimonianza alla verità e punirmi se ne presto un falso[13]; ora un tale onore non spetta di diritto a nessuna creatura[14]
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[1] "Il figlio di una donna israelita e di un Egiziano, trovandosi in mezzo a degli Israeliti, venne a diverbio con un figlio d'Israele. Il figlio della israelita bestemmiò il nome del SIGNORE e lo maledisse; perciò fu condotto da Mosè. La madre di quel tale si chiamava Selomit ed era figlia di Dibri, della tribù di Dan. Lo misero in prigione, in attesa di sapere che cosa il SIGNORE ordinasse di fare. E il SIGNORE parlò a Mosè, e gli disse: «Conduci quel bestemmiatore fuori dal campo; tutti quelli che lo hanno udito posino le mani sul suo capo e tutta la comunità lo lapidi. Poi dirai ai figli d'Israele: "Chiunque maledirà il suo Dio porterà la pena del suo peccato. Chi bestemmia il nome del SIGNORE dovrà essere messo a morte; tutta la comunità lo dovrà lapidare. Sia straniero o nativo del paese, se bestemmia il nome del SIGNORE, sarà messo a morte" (Le. 24:10-16).
[2] "Non giurerete il falso, usando il mio nome; perché profanereste il nome del vostro Dio. Io sono il SIGNORE" (Le. 19.12).
[3] "Ma il vostro parlare sia: "Sì, sì; no, no"; poiché il di più viene dal maligno" (Mt. 5:37); "Soprattutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra, né con altro giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate sotto il giudizio" (Gm. 5:12).
[4] "Una persona pecca se, udite le parole di giuramento, quale testimone non dichiara ciò che ha visto o ciò che sa. Porterà la propria colpa" (Le. 5:1); "Chi fa società con il ladro odia sé stesso; egli ode la maledizione e non dice nulla" (Pr. 29:24).
[5] "Il SIGNORE regna: tremino i popoli. Egli siede sui cherubini: la terra è scossa. Il SIGNORE è grande in Sion, eccelso sopra tutti i popoli. Lodino essi il tuo nome grande e tremendo. Egli è santo. Lodino la forza del Re che ama la giustizia; sei tu che hai stabilito il diritto, che hai esercitato in Giacobbe il giudizio e la giustizia. Esaltate il SIGNORE, il nostro Dio, e prostratevi davanti allo sgabello dei suoi piedi. Egli è santo" (Sl.99:1-5); "Per me stesso io l'ho giurato; è uscita dalla mia bocca una parola di giustizia, e non sarà revocata: Ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ogni lingua mi presterà giuramento" (Is. 45:23); "...se giuri per il SIGNORE che vive, con verità, con rettitudine e con giustizia, allora le nazioni saranno benedette in lui e in lui si glorieranno»" (Gr. 4:2).
[6] "Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli" (Mt. 10:32,22); "...perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati" (Ro. 10:9,10).
[7] "Come sacrificio offri a Dio il ringraziamento, e mantieni le promesse fatte al SIGNORE; poi invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai»" (Sl. 50:14,15); "Io voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando mani pure, senza ira e senza dispute" (1 Ti. 2:8).
[8] "Infatti, com'è scritto: «Il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra fra gli stranieri»" (Ro. 4:24); "Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui" (Cl. 3:17); "Tutti quelli che sono sotto il giogo della schiavitù, stimino i loro padroni degni di ogni onore, perché il nome di Dio e la dottrina non vengano bestemmiati" (1 Ti. 6:1).
[9] "Una persona pecca se, udite le parole di giuramento, quale testimone non dichiara ciò che ha visto o ciò che sa. Porterà la propria colpa" (Le. 5:1).
[10]"Chi bestemmia il nome del SIGNORE dovrà essere messo a morte; tutta la comunità lo dovrà lapidare. Sia straniero o nativo del paese, se bestemmia il nome del SIGNORE, sarà messo a morte" (Le. 24:16).
[11] "Temerai il SIGNORE, il tuo Dio, lo servirai e giurerai nel suo nome" (De. 6:13); "Temi il SIGNORE, il tuo Dio, servilo, tieniti stretto a lui e giura nel suo nome" (De. 10:20); "«Israele, se tu torni», dice il SIGNORE, «se tu torni da me, se togli dalla mia presenza le tue abominazioni, se non vai più vagando qua e là, se giuri per il SIGNORE che vive, con verità, con rettitudine e con giustizia, allora le nazioni saranno benedette in lui e in lui si glorieranno»" (Gr. 4:1,2); "Infatti gli uomini giurano per qualcuno maggiore di loro; e per essi il giuramento è la conferma che pone fine a ogni contestazione" (Eb. 4:1,2).
[12] "Abraamo rispose: «Lo giuro»" (Ge. 21:24); "Il Dio d'Abraamo e il Dio di Naor, il Dio del padre loro, sia giudice tra di noi!» Giacobbe giurò per il Terrore d'Isacco suo padre" (Ge. 31:53); "Giosuè fece pace con loro e stabilì con loro un patto per il quale avrebbe lasciato loro la vita; e i capi della comunità lo giurarono loro" (Gs. 9:15).
[13] "Dico la verità in Cristo, non mento - poiché la mia coscienza me lo conferma per mezzo dello Spirito Santo" (Ro. 9:1); "Ora io chiamo Dio come testimone sulla mia vita che è per risparmiarvi che non sono più venuto a Corinto" (2 Co. 1:23).
[14] "Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per il tuo capo, poiché tu non puoi far diventare un solo capello bianco o nero. Ma il vostro parlare sia: "Sì, sì; no, no"; poiché il di più viene dal maligno" (Mt. 5:34-37); "Guai a voi, guide cieche, che dite: Se uno giura per il tempio, non importa; ma se giura per l'oro del tempio, resta obbligato. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che santifica l'oro? E se uno, voi dite, giura per l'altare, non importa; ma se giura per l'offerta che c'è sopra, resta obbligato. Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che santifica l'offerta? Chi dunque giura per l'altare, giura per esso e per tutto quello che c'è sopra; e chi giura per il tempio, giura per esso e per Colui che lo abita; e chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra" (Mt. 23:16-22).
Trentottesima domenica
D. 103. Che cosa esige Dio nel quarto comandamento?
Dio vuole anzitutto che si conservino il ministero della Parola e le scuole[1], e che io frequenti assiduamente la Chiesa di Dio[2], soprattutto il giorno festivo, per ricevervi la parola di Dio[3] e per partecipare ai santi sacramenti[4], per invocare pubblicamente il Signore[5] e per dare offerte cristiane ai poveri[6]. Dio vuole, in secondo luogo, che tutti i giorni della mia vita io cessi di compiere le mie cattive azioni, per lasciare che il Signore operi in me mediante il suo Spirito e io cominci così in questa vita a vivere il sabato eterno[7].
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[1] "Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l'unico SIGNORE. Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze.. Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città (...) Quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: «Che significano queste istruzioni, queste leggi e queste prescrizioni che il SIGNORE, il nostro Dio, vi ha date?». Tu risponderai a tuo figlio: «Eravamo schiavi del faraone in Egitto e il SIGNORE ci fece uscire dall'Egitto con mano potente. Il SIGNORE operò sotto i nostri occhi miracoli e prodigi grandi e disastrosi contro l'Egitto, contro il faraone e contro tutta la sua casa, e ci fece uscire di là per condurci nel paese che aveva giurato ai nostri padri di darci. Il SIGNORE ci ordinò di mettere in pratica tutte queste leggi e di temere il SIGNORE, il nostro Dio, affinché venisse a noi del bene sempre ed egli ci conservasse in vita, come ha fatto finora. Questa sarà la nostra giustizia: l'aver cura di mettere in pratica tutti questi comandamenti davanti al SIGNORE nostro Dio, come egli ci ha ordinato»" (De. 6:4-9,20-25); "Non sapete che quelli che fanno il servizio sacro mangiano ciò che è offerto nel tempio? E che coloro che attendono all'altare, hanno parte all'altare? Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunziano il vangelo vivano del vangelo" (1 Co. 9:13,15); "...e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri. Ma gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati" (2 Ti. 2:2); "Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2 Ti. 3:13-17); "Per questa ragione ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine nelle cose che rimangono da fare, e costituisca degli anziani in ogni città, secondo le mie istruzioni" (Tt. 1:5).
[2] Deuteronomio 12:5-12; "Ho proclamato la tua giustizia nella grande assemblea; ecco, io non tengo chiuse le mie labbra; o SIGNORE, tu lo sai. Non ho tenuto nascosta la tua giustizia nel mio cuore; ho raccontato la tua fedeltà e la tua salvezza; non ho celato la tua benevolenza né la tua verità alla grande assemblea" (Sl. 40:9,10); "Benedite Dio nelle assemblee, benedite il Signore, voi che siete della stirpe d'Israele!" (Sl. 68:26); "Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. Ognuno era preso da timore; e molti prodigi e segni erano fatti dagli apostoli. Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati" (At. 2:42-47); "Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse. Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all'amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno" (Eb. 10:23).
[3] Romani 10:14-17; 1 Corinzi 14:26-33; "Àpplicati, finché io venga, alla lettura, all'esortazione, all'insegnamento" (1 Ti. 4:13).
[4] "Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me»" (1 Co. 11:23,24).
[5] "La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza; cantate di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali" (Cl. 3:16); "Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini" (1 Ti. 2:1).
[6] "Come sacrificio offri a Dio il ringraziamento, e mantieni le promesse fatte al SIGNORE" (Sl. 50:14); "Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi, a casa, metta da parte quello che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare" (1 Co. 16:2). 2 Corinzi 8:1-9:15.
[7] "Avverrà che, di novilunio in novilunio e di sabato in sabato, ogni carne verrà a prostrarsi davanti a me», dice il SIGNORE" (Is. 66:23); "Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio; infatti chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue.Sforziamoci dunque di entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza" (Eb. 4:9-11).
Trentanovesima domenica
D. 104. Che cosa esige Dio nel quinto comandamento?
Che renda a mio padre e a mia madre, e a tutti i miei superiori, onore, amore e fedeltà e mi sottometta con la dovuta obbedienza a tutte le loro buone istruzioni e correzioni[1], sopportando anche pazientemente i loro difetti[2] dal momento che Dio vuole governarci attraverso di loro[3].
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[1] "Chi maledice suo padre o sua madre dev'essere messo a morte" (Es.21:17); "Ascolta, figlio mio, l'istruzione di tuo padre e non rifiutare l'insegnamento di tua madre" (Pr. 1:8); "Figlioli, ascoltate l'istruzione di un padre, state attenti a imparare il discernimento" (Pr. 4:1); "Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono, sono stabilite da Dio. Perciò chi resiste all'autorità si oppone all'ordine di Dio; quelli che vi si oppongono si attireranno addosso una condanna" (Ro. 13:1,2); "...sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo" (Ef. 5:21); "Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore" (Ef. 5:22). Efesini 6:1-9; Colossesi 3:18-4:1.
[2] "Chi maledice suo padre e sua madre, avrà la lucerna spenta nelle tenebre più fitte" (Pr. 20:"Chi maledice suo padre o sua madre dev'essere messo a morte" (Es.21:17); "Ascolta, figlio mio, l'istruzione di tuo padre e non rifiutare l'insegnamento di tua madre" (Pr. 1:8); "Figlioli, ascoltate l'istruzione di un padre, state attenti a imparare il discernimento" (Pr. 4:1); "Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono, sono stabilite da Dio. Perciò chi resiste all'autorità si oppone all'ordine di Dio; quelli che vi si oppongono si attireranno addosso una condanna" (Ro. 13:1,2); "...sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo" (Ef. 5:21); "Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore" (Ef. 5:22).20); "Dà retta a tuo padre che ti ha generato, e non disprezzare tua madre quando sarà vecchia" (Pr.23:22); "Domestici, siate con ogni timore sottomessi ai vostri padroni; non solo ai buoni e ragionevoli, ma anche a quelli che sono difficili" (1 Pi. 2:18).
[3] "Gli risposero: «Di Cesare». E Gesù disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio»" (Mt..22:21); "Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come si conviene nel Signore. Mariti, amate le vostre mogli, e non v'inasprite contro di loro. Figli, ubbidite ai vostri genitori in ogni cosa, poiché questo è gradito al Signore. Padri, non irritate i vostri figli, affinché non si scoraggino" (cL. 3:18-21); Romani 13:1-8; Efesini 6:1-9.
Quarantesima domenica
D. 105. Che cosa esige Dio nel sesto comandamento?
Che non ingiuri, odi, offenda o uccida il mio in pensieri, parole o gesti e tanto meno in atti, sia io stesso, sia per interposta persona[1], ma che rinunci ad ogni desiderio di vendetta[2]; così pure, che io non faccia del male a me stesso né m'esponga al pericolo[3]. È questa la ragione per cui il magistrato porta la spada, per impedire qualsiasi omicidio[4].
D. 106. Questo comandamento parla solo dell'omicidio?
Proibendo l'omicidio, Dio vuole insegnarci che egli n'odia la radice, come l'invidia, l'odio, la collera e il desiderio di vendetta[5] e che tutto ciò non è ai suoi occhi che un omicidio mascherato[6].
D. 107. È sufficiente allora non uccidere il nostro prossimo, come si è appena detto?
No, poiché condannando l'invidia, l'odio e la collera, Dio vuole ottenere da noi che amiamo il nostro prossimo come noi stessi[7] e gli testimoniamo pazienza, pace, dolcezza misericordia e benevolenza[8], che lo preserviamo, per quanto c'è possibile, da ogni male e che facciamo del bene anche ai nostri nemici.[9]
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[1] "Il sangue di chiunque spargerà il sangue dell'uomo sarà sparso dall'uomo, perché Dio ha fatto l'uomo a sua immagine" (Ge, 9:6); "Non odierai tuo fratello nel tuo cuore; rimprovera pure il tuo prossimo, ma non ti caricare di un peccato a causa sua. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il SIGNORE" (Le. 19:17,18); "Voi avete udito che fu detto agli antichi: "Non uccidere: chiunque avrà ucciso sarà sottoposto al tribunale, ma io vi dico: chiunque si adira contro suo fratello sarà sottoposto al tribunale; e chi avrà detto a suo fratello: "Raca" sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: "Pazzo!" sarà condannato alla geenna del fuoco" (Mt. 5:21,22); "Allora Gesù gli disse: «Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada" (Mt. 26:52).
[2] "Se il tuo nemico ha fame, dagli del pane da mangiare; se ha sete, dagli dell'acqua da bere; perché, così, radunerai dei carboni accesi sul suo capo, e il SIGNORE ti ricompenserà" (Mt. 25:21,22); "Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello" (Mt. 18:35); "Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore" (Ro. 12:19); "Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira" (Ef. 4:26).
[3] "Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"»" (Mt. 4:7); "Allora Gesù gli disse: «Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada" (Mt. 26:52); "Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno». «La loro gola è un sepolcro aperto; con le loro lingue hanno tramato frode». Sotto le loro labbra c'è un veleno di serpenti». «La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza»" (Ro. 3:11-14).
[4] "Il sangue di chiunque spargerà il sangue dell'uomo sarà sparso dall'uomo, perché Dio ha fatto l'uomo a sua immagine" (Ge. 9:6); "Se qualcuno insidia e uccide il suo prossimo con premeditazione, tu lo strapperai anche dal mio altare, per farlo morire" (Es. 9:14); "...perché il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male" (Ro. 13:4).
[5] "Un cuore calmo è la vita del corpo, ma l'invidia è la carie delle ossa" (Pr. 14:30); "...ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità" (Ro. 1:29); "Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio" (Ga. 5:19-21); "...perché l'ira dell'uomo non compie la giustizia di Dio" (Gm. 1:20); "Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello rimane nella luce e non c'è nulla in lui che lo faccia inciampare. Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi" (1 Gv. 2:9-11).
[6] "Chiunque odia suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in sé stesso la vita eterna" (1 Gv. 3:15).
[7] "Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti (...) Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso" (Mt. 7:12; 22:39).
[8] "Beati i mansueti, perché erediteranno la terra" (Mt. 5:5); "Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro" (Lu. 6:36); "Quanto all'amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all'onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente (...) Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini" (Ro. 12:10,18); "Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato. Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Ga. 6:1,2); "...con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore" (Ef. 4:2); "Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza" (Cl. 3:12); "Infine, siate tutti concordi, compassionevoli, pieni di amore fraterno, misericordiosi e umili" (1 Pi. 3:8).
[9] "Se incontri il bue del tuo nemico o il suo asino smarrito, non mancare di ricondurglielo. Se vedi l'asino di colui che ti odia caduto a terra sotto il carico, guardati bene dall'abbandonarlo, ma aiuta il suo padrone a scaricarlo" (Es. 23:4,5); "Ma io vi dico: amate i vostri nemici, [benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano,] e pregate per quelli [che vi maltrattano e] che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti" (Mt. 5:44,45); "Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo»" (Ro. 12:20).