XXVIII

La morte fisica e lo stato intermedio

1. La morte fisica. La Scrittura rappresenta la morte fisica in modo vario. Se ne parla come della morte del corpo, distinta da quella dell'anima (Mt. 10:28; Lu. 12:4), come il termine o la perdita della vita animale (Lu. 6:9; Gv. 12:25) e come separazione dell'anima dal corpo (Ec. 12:7; Gm. 2:26). Non si tratta mai di un annichilimento, ma può essere descritta come il termine della vita fisica mediante la separazione del corpo dall'anima. I Pelagiani e i Sociniani insegnano che l'uomo fu creato mortale, ma questo non è in armonia con le Scritture. Esse insegnano che la morte è il risultato del peccato, la conseguenza penale del peccato (Ge. 2:17; 3:19; Ro. 5:12, 17; 6:23). Invece che essere qualcosa di naturale, essa è espressione dell'ira di Dio (Sl. 90:7,11), un giudizio (Ro. 1:32), una condanna (Ro. 5:16), ed una maledizione (Gal. 3:13), che riempie il cuore umano di terrore e paura. Dato però che la morte è un castigo per il peccato, ed i credenti sono redenti dalla colpa del peccato, sorge naturale la domanda: Perché ancora debbono morire? E' chiaro che per loro non può essere un castigo, ma deve essere considerata un'importante elemento nel processo della santificazione. Si tratta della fase ultima del loro morire al peccato.

2. Lo stato intermedio. Le opinioni differiscono molto su ciò ch'è la condizione dell'uomo fra la morte e la risurrezione generale. Le teorie più importanti al riguardo richiedono una breve discussione.

a. L'idea moderna dello Sceol - Ades. E' diffusa oggi l'idea che al momento della morte sia i pii che gli empi discendono in un luogo intermedio, che l'Antico Testamento chiama Sceol e che il Nuovo Testamento chiama Ades. Non si tratterebbe di un luogo di premio oppure di castigo, ma un luogo dove tutti condividerebbero un comune destino, una dimora oscura dove la vita non sarebbe che il debole riflesso della vita sulla terra, un luogo di consapevolezza indebolita e di inattività oziosa, dove la vita perde ogni interesse, e le sue gioie sono trasformate in tristezza. Difficilmente però la si potrebbe ritenere una rappresentazione biblica. Seppure i termini Sceol e Ades denotino sempre il luogo dove sia i pii che gli empi discendono, come potrebbe la discesa in esso essere considerata un'ammonizione per gli empi (Sl. 9:17; Pr. 5:5; 7:27; 9:18; 15:24; 23:14)? E come potrebbe la Scrittura parlare dell'ira di Dio come qualcosa che vi arde (De. 32:22)? Era nell'Ades che l'uomo ricco aveva sollevato i suoi occhi (Lu. 16:23), e che egli chiama "luogo di tormenti" (Vers. 28). E' meglio allora considerare come le parole Sceol e Ades non siano sempre usate nello stesso senso. Qualche volta denotano la tomba (Ge. 42:38; Sl. 16:10), qualche volta lo stato o condizione di morte, rappresentato come un luogo (1 Sa. 2:6; Sl. 89:48), e talora ancora come luogo di castigo eterno (De. 32:22; Sl. 9:17; Pr. 9:18).

b. Il purgatorio, il Limbo dei padri e il Limbo dei bambini. Secondo la Chiesa cattolica romana, le anime di coloro che al momento della morte sono perfette vengono ammesse subito al Paradiso (Mt. 25:46; Fl. 1:23), ma quelle che al momento della morte non sono trovate perfettamente purificate - e questa sarebbe la condizione della maggior parte dei credenti - entrano in un luogo di purificazione chiamato Purgatorio. La lunghezza del loro soggiorno varia secondo il bisogno dei casi individuali, e può essere abbreviata mediante preghiere, buone opere, e messe fatte celebrare da amici pii o parenti. Questa dottrina non trova appoggio alcuno nella Scrittura. Il Limbo dei padri sarebbe il luogo dove, secondo la Chiesa di Roma, erano stati custoditi i santi dell'Antico Testamento fintanto che Cristo li liberò fra la Sua morte e la Sua risurrezione. Il Limbo dei bambini, invece, si suppone che sia la dimora dei bambini non battezzati. Essi vi rimangono senza alcuna speranza di liberazione, ma non soffrono di fatto alcun castigo, vengono esclusi però dalle benedizioni celesti. Neanche queste concezioni trovano appoggio nella Scrittura.

c. Il sonno dell'anima. La nozione che alla morte l'anima entri in uno stato di riposo o sonno non consapevole, fu proposto nel passato da diversi gruppi non ortodossi, ed è ora dottrina favorita dagli Irvingiti in Inghilterra e dai Russelliti in America. Essa appare affascinante per coloro che hanno difficoltà a credere in una continuità della consapevolezza indipendentemente dal cervello. Essi vi trovano appoggio nelle Scritture nei brani che parlano della morte come di un sonno (Mt. 9:24; At. 7:60; 1 Ts. 4:13) oppure sembrano dire che i morti siano inconsapevoli (Sl. 6:5; 30:9; 115:17; 146:4). I primi, però, parlano della morte come di un sonno a causa della somiglianza fra un corpo morto ed uno addormentato, mentre questi ultimi semplicemente mettono l'accento sul fatto che i morti non possono più rendersi conto né condividere le attività del mondo attuale. I credenti vengono rappresentati come in condizione di godere, immediatamente dopo la morte, di vita consapevole (Lu. 16:19-31; 23:43; 2 Co. 5:8; Fl. 1:23; Ap. 6:9).

d. L'annichilazionismo e l'immortalità condizionale. Secondo queste dottrine, non vi è esistenza consapevole, e forse neanche esistenza alcuna, degli empi, dopo la morte. L'annichilazionismo insegna che l'uomo fu creato immortale, ma che coloro che perseverano nel peccato sono, per esplicito atto di Dio, privati dell'immortalità ed alla fine distrutti o privati per sempre della consapevolezza. Secondo la dottrina dell'immortalità condizionale, però, l'uomo fu creato mortale, e solo i credenti ricevono il dono dell'immortalità in Cristo. Alla fine gli empi periranno completamente o perderanno ogni consapevolezza. Il risultato è lo stesso in entrambi i casi. Queste dottrine vengono giustificate dicendo che la Bibbia rappresenta la vita eterna come un dono di Dio in Cristo (Gv. 10:27,28; Ro. 2:7; 6:23), minaccia i peccatori con la morte e la distruzione (Sl. 73:27; Ma. 4:1; 2 Pi. 2:12). La Bibbia, però, insegna chiaramente che i peccatori continueranno ad esistere (Mt. 25:46; Ap. 14:11; 20:10), e che vi saranno gradi nel castigo degli empi (Lu. 12:47,48; Ro. 2:12).

e. Un secondo periodo di prova. Alcuni studiosi sostengono che coloro che muoiono nei loro peccati avranno dopo la morte un'ulteriore possibilità di accettare Cristo. Nessun uomo perirà senza che gli sia stato offerto un'opportunità favorevole di conoscere ed accettare Cristo. Essi fanno appello a testi come Ef. 4:8,9; 1 Co. 15:24-28; Fl. 2:9-11; Cl. 1:19,20; 1 Pi. 3:19; 4:6. La Scrittura rappresenta la condizione degli increduli dopo la morte come uno stato fisso, che non può essere alterato (Ec. 11:13; Lu. 16:19-31; Gv. 8:21,24; 2 Pi. 2:4,9; Giuda 7,13. Il loro giudizio dipende da che cosa fecero nella carne (Mt. 7:22,23; 10:32,33; 25:34-46; 2 Co. 5:9,10; 2 Ts. 1:8).

Da imparare a memoria. Brani che comprovano:

a. La morte come conseguenza penale del peccato.

Ro. 5:12 "Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato".

Ro. 6:23 "Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore".

b. Che i credenti riportano vittoria sulla morte:

1 Co. 15:55-57 "O morte, dov'è il tuo dardo? O inferno, dov'è la tua vittoria? Ora il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge. Ma ringraziato sia Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo".

c. Che lo Sceol - Ades è in alcuni casi un luogo di castigo

Sl. 9:17 "Gli empi scenderanno nello Sceol; sì, tutte le nazioni che dimenticano DIO".

Pr. 15:24 "Per l'uomo prudente la via della vita conduce in alto, per fargli evitare lo Sceol in basso".

Lu. 16:23 "E, essendo tra i tormenti nell'inferno, alzò gli occhi e vide da lontano Abrahamo e Lazzaro nel suo seno".

d. Che i credenti dopo la morte vanno immediatamente con Cristo

2 Co. 5:8 " Ma siamo fiduciosi e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare con il Signore".

Fil. 1:23 "perché sono stretto da due lati: avendo il desiderio di partire a da questa tenda e di essere con Cristo, il che mi sarebbe di gran lunga migliore".

e. Che i non credenti continuano ad esistere dopo la morte

Mt. 25:46 "E questi andranno nelle pene eterne e i giusti nella vita eterna".

Lu. 12:47,48 "Ora quel servo che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non si è preparato e non ha fatto la sua volontà riceverà molte battiture. Ma colui che non la conosciuta, se fa cose che meritano le battiture, ne riceverà poche. A chiunque è stato dato molto, sarà domandato molto; e a chi molto è stato affidato, molto più sarà richiesto".

Ap. 14:11 "E il fumo del loro tormento salirà nei secoli dei secoli, e non avranno requie né giorno né notte coloro che adorano la bestia e la sua immagine e chiunque prende il marchio del suo nome".

f. Che dopo la morte non esiste più alcuna "uscita di sicurezza".

Lu. 16:26 "Oltre a tutto ciò, fra noi e voi è posto un grande baratro, in modo tale che coloro che vorrebbero da qui passare a voi non possono; così pure nessuno può passare di là a noi".

2 Pi. 2:9 "il Signore sa liberare i pii dalla prova e riservare gli ingiusti per essere puniti nel giorno del giudizio".

Per lo studio ulteriore

Che cosa insegnano i segg. Brani sulla morte? 1 Co. 15:55-57; 2 Ti. 1:10; Eb. 2:14; Ap. 1:18; 20:14.
Pensi che i segg. brani appoggino l'idea del Purgatorio? Is. 4:4; Mi. 7:8; Za. 9:11; Ma. 3:2; Mt. 12:32; 1 Co. 3:13-15.
Forse che le parole di Gesù al ladrone morente sulla croce si accordano con la dottrina del sonno dell'anima? Lu. 23:43.
Domande di revisione

Com'è rappresentata la morte fisica nella Scrittura?
Come puoi provare che la morte non sia qualcosa di naturale?
Qual è il rapporto fra peccato e morte?
La morte per un credente è un castigo? A che cosa serve?
Qual è l'idea moderna dello Sceol - Ades?
Quali sono le obiezioni a questa teoria?
Che cosa denotano nella Scrittura questi termini?
In che cosa differiscono le teorie dell'annichilamento e dell'immortalità condizionale?
Quale presunta base biblica hanno?
Come potresti contestare questo?
Qual è la dottrina cattolica-romana sul Limbo?
Che cos'è la dottrina sul sonno dell'anima?
Quale ne è il presunto fondamento scritturale? Come lo contesteresti?
Che cos'è la dottrina della seconda opportunità?
La Scrittura appoggia o contraddice questa teoria?
(28, continua)


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Sommario della dottrina cristiana
di Louis Berkhof
(Edimburgh: The Banner of Truth Trust, 1974, traduzione di Paolo Castellina)

Sommario della Dottrina cristiana, di Louis Berkhof, 1938

Introduzione
1. La religione
2. La rivelazione
3. La Scrittura

La dottrina su Dio e la Creazione
1. La natura essenziale di Dio
2. I nomi di Dio
3. Gli attributi di Dio
4. La Trinità
5. Il divino decreto
6. La creazione
7. La provvidenza

La dottrina sull'uomo in rapporto a Dio
1. L'uomo nel suo stato originale
2. L'uomo in stato di peccato
3. L'uomo nel patto di grazia

La dottrina sulla persona e dell'opera di Cristo
1. Nomi e natura di Cristo
2. Gli stati di Cristo
3. Le funzioni di Cristo
4. L'espiazione compiuta da Cristo

La dottrina sull'applicazione dell'opera di redenzione
1. Le operazioni comuni dello Spirito Santo: la grazia comune
2. Chiamata e rigenerazione
3. Conversione: ravvedimento e fede
4. La giustificazione
5. Santificazione e perseveranza

La dottrina sulla chiesa e i mezzi della grazia
1. Natura della Chiesa
2. Il governo e il potere della Chiesa
3. La Parola di Dio e i sacramenti in generale
4. Il battesimo cristiano
5. La Cena del Signore

La dottrina sulle ultime cose
1. La morte fisica e lo stato intermedio
2. La seconda venuta di Cristo
3. La risurrezione, il giudizio finale e lo stato finale

Biblioteca
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