XX
La conversione: ravvedimento e fede
Quando il cambiamento operato nella rigenerazione comincia a manifestarsi nella vita consapevole, allora noi parliamo di conversione.
1. La conversione in generale. La Bibbia non parla sempre di conversione nello steso senso. La conversione alla quale noi ora ci riferiamo può essere definita come quell'atto di Dio per cui Egli fa si che la persona rigenerata, nella sua vita consapevole, si volga a Lui con fede e ravvedimento. Da questa definizione già appare come l'autore della conversione sia Dio. Questo viene insegnato chiaramente dalla Scrittura (At. 11:18; 2 Ti. 2:25). La nuova vita della rigenerazione non risulta in sé stessa in un consapevole cambiamento della vita, ma solo attraverso una speciale operazione dello Spirito Santo (Gv. 6:44; Fl. 2:13). Sebbene però nella rigenerazione solo Dio operi, e l'uomo rimane passivo, nella conversione l'uomo è chiamato a cooperare (Is. 55:7; Gr. 18:11; At. 2:38; 17:30). Anche così, però, l'uomo può operare con la forza che Dio gli impartisce. Come la rigenerazione, anche la conversione consiste in un cambiamento subitaneo, e non in un processo come la santificazione; in distinzione, però, dalla rigenerazione, si tratta di un cambiamento consapevole più che inconsapevole nella vita di un uomo. Sebbene la conversione sia necessaria nel caso di tutti gli adulti (Ez. 3:11; Mt. 18:3), essa non necessariamente appare, nella vita di un individuo, come una crisi intensa e segnata. La Bibbia menziona casi di conversione, come Naaman (2 Re 5:15), Manasseh 2 Cr. 33:12,13), Zaccheo (Lu. 19:8,9), l'eunuco (At. 8:30ss), Cornelio (At. 10:44ss), Paolo (At. 9:5ss), Lidia (At. 16:14ss, e così via. Oltre a questo, la Bibbia parla di casi di conversione nazionale, come in Giona 3:10; di una conversione temporanea che non include cambiamento di cuore (Mt. 13:20,21; 1 Ti. 1:19,20; 2 Ti. 4:10; Eb. 6:4-6), ed una conversione ripetuta (Lu. 22:33; Ap. 2:5,16,21,22; 3:3,19). Non si tratta di una ripetizione della conversione, nel senso stretto della parola, perché non ammette ripetizione, ma in un'attività risvegliata della nuova vita dopo un periodo di eclissi. La conversione comprende due elementi, il primo negativo, ed il secondo positivo, cioè il ravvedimento e la fede, che richiedono discussione separata.
2. Il ravvedimento, l'elemento negativo della conversione. Il ravvedimento guarda al passato, e può essere definito come quel cambiamento nella vita consapevole del peccatore mediante il quale egli volta le spalle al peccato. Esso include tre elementi, cioè:
(a) Un elemento intellettivo, in cui la vita passata viene considerata come una vita di peccato, che implicava personale colpevolezza, contaminazione, e impotenza;
(b) Un elemento emotivo, un senso di profondo dispiacimento per il peccato, commesso contro un Dio santo e giusto; e,
(c) Un elemento volitivo, consistente in un cambiamento di propositi, un voltare interiormente le spalle al peccato, e la disposizione a cercare perdono e purificazione (Ro. 3:20; 2 Co. 7:9,10; Ro. 2:4).
Esso è operato nell'uomo principalmente mediante la legge di Dio. I cattolici - romani hanno una concezione esteriore del ravvedimento. Secondo loro esso comprende il dolore, non per il peccato innato, ma per le trasgressioni personali, che può risultare dal timore dei castighi eterni; una confessione fatta al sacerdote, il quale può perdonare il peccato; ed una certa misura di soddisfazione attraverso atti esteriori di penitenza, come digiuni, frustate, pellegrinaggi, e così via. La Bibbia, d'altro canto, vede il ravvedimento puramente come atto interiore, un atto di autentico dispiacimento per il peccato, e non lo confonde con il cambiamento di vita che ne risulta.
3. La fede: elemento positivo della conversione. In distinzione dal ravvedimento, la fede guarda in avanti.
a. Diversi tipi di fede. La Bibbia non parla sempre di fede nello stesso senso. Essa fa riferimento ad una fede storica, consistente in un'accettazione intellettuale della verità delle Scritture senza una vera risposta morale e spirituale. Questa fede non prende seriamente la verità, e mostra nessun reale interesse in essa (At. 26:27,28; Gm. 2:19). Essa parla pure di fede temporanea, che abbraccia le verità della religione con qualche stimolo della coscienza e un'agitazione di sentimenti, ma che non è radicata in un cuore rigenerato. Essa viene chiamata fede temporanea (Mt. 13:20,21), perché non ha un carattere permanente tanto da mantenersi in tempo di prova e di persecuzione (cfr. Eb. 6:4-6; 1 Ti. 1:19,20; 1 Gv. 2:19). Inoltre, essa fa menzione di una fede nei miracoli, cioè la convinzione di una persona che un miracolo sarà operato da Dio in suo favore (Mt. 8:11-132; 17:20; Mr. 16:17,18; Gv. 11:22-40; At. 14:9). Questa fede può o non può essere accompagnata da fede salvifica. Infine, la Bibbia non solo menziona, ma sottolinea fortemente la fede salvifica. Essa risiede nel cuore ed è radicata in una vita rigenerata. Il suo seme viene piantato durante la rigenerazione, e gradualmente fiorisce in fede attiva. Essa può essere definita come la convinzione positiva, operata nel cuore dallo Spirito Santo, circa la verità dell'Evangelo, e un confidare di tutto cuore sulle promesse di Dio in Cristo.
b. Gli elementi della fede. Nella fede salvifica autentica, noi distinguiamo tre elementi:
(1) Un elemento intellettuale. C'è il riconoscimento positivo della verità rivelata dalla Parola di Dio, un introspezione spirituale che trova risposta nel cuore del peccatore. Essa è una conoscenza assolutamente certa, basata sulle promesse di Dio. Sebbene essa non sia sempre onnicomprensiva, dovrebbe essere sufficiente per dare al credente qualche idea delle verità fondamentali dell'Evangelo.
(2) Un elemento emotivo (assenso). Questo non viene menzionato separatamente dal Catechismo di Heidelberg, perché è virtualmente incluso nella conoscenza della fede salvifica. E' caratteristico di questa conoscenza quello di portare con sé una forte convinzione dell'importanza del suo oggetto, e questo è assenso. La verità fa presa sull'anima.
(3) Un elemento della volontà (fiducia). E' l'elemento che corona la fede salvifica. E' fiducia personale in Cristo come Salvatore e Signore, il che include la resa dell'anima, colpevole e corrotta, a Cristo, e la fiducia in Lui come fonte di perdono e di vita spirituale. In ultima analisi, l'oggetto della fede salvifica è Cristo e la promessa di salvezza in Lui (Gv. 3:16,18,36: 6:40; At. 10:43; Ro. 3:22; Ga. 2:16). Questa fede non è d'origine umana, ma è un dono di Dio (1 Co. 12:8,9; Ga. 5:22; Ef. 2:8). Il suo esercizio, però, è attività umana, al quale i figli di Dio vengono continuamente esortati (Ro. 10:9; 1 Co. 2:5; Cl. 1:23; 1 Ti. 1:5; 6:11).
c. La certezza della salvezza. I Metodisti sostengono che colui che crede, è subito sicuro d'essere figlio di Dio, ma che questo non significa che egli sia certi della sua salvezza ultima, dato che potrebbe decadere dalla grazia. La concezione corretta è che la vera fede include fiducia in Dio, il che comporta il senso della sicurezza e della certezza della salvezza, anche se in diversa misura. Questa certezza non è il possedimento permanente e consapevole del credente. Egli non sempre vive la sua fede nel pieno delle sue possibilità e coscienza, e ne consegue che egli non sia sempre consapevole delle ricchezze a sua disposizione. Egli potrà anche essere afflitto da dubbi ed incertezze, per questo che viene esortato a coltivare la certezza della propria salvezza (2 Co. 13:5; Eb. 6:11; 2 Pi. 1:10; 1 Gv. 3:9). Essa può essere coltivata con la preghiera, dalla meditazione sulle promesse di Dio, e dallo sviluppo di una vita autenticamente cristiana.
Da apprendere a memoria. Testi che mostrano:
a. Che Dio è l'autore della conversione:
At 11:18 "Udite queste cose, essi si calmarono e glorificavano Dio, dicendo: «Dio dunque ha concesso il ravvedimento anche ai gentili per ottenere la vita!»".
2Ti 2:25 "ammaestrando con mansuetudine gli oppositori, nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi perché giungano a riconoscere la verità".
b. Che l'uomo coopera nella conversione:
Is 55:7 "Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri, e ritorni all'Eterno che avrà compassione di lui, e al nostro DIO che perdona largamente".
At 17:30 "Ma ora, passando sopra ai tempi dell'ignoranza, Dio comanda a tutti gli uomini e dappertutto che si ravvedano".
c. La necessità della conversione:
Ez 33:11 "Di' loro: Com'è vero che io vivo», dice il Signore, l'Eterno, «io non mi compiaccio della morte dell'empio, ma che l'empio si converta dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie. Perché mai dovreste morire, o casa d'Israele?".
Mat 18:3 "...e disse: «In verità vi dico: se non vi convertite e non diventate come piccoli fanciulli, voi non entrerete affatto nel regno dei cieli".
d. La fede storica:
At 26:27 "O re Agrippa, credi ai profeti? Io so che ci credi". Allora Agrippa disse a Paolo: «Ancora un po' e mi persuadi a diventare cristiano»".
Giac 2:19 "Tu credi che c'è un solo Dio. Fai bene; anche i demoni credono e tremano".
e. La fede temporanea:
Mat 13:20,21 "E quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia ma non ha radice in sé, ed è di corta durata; e quando sopraggiunge la tribolazione o persecuzione, a causa della parola, ne è subito scandalizzato".
1G 2:19 "Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi, ma ciò è accaduto perché fosse palesato che non tutti sono dei nostri".
f. La fede nei miracoli:
Mat 17:20 "E Gesù disse loro: «Per la vostra incredulità; perché io vi dico in verità che, se avete fede quanto un granel di senape, direte a questo monte: "spostati da qui a là" ed esso si sposterà; e niente vi sarà impossibile".
At 14:9,10 "Costui udì parlare Paolo che, fissati gli occhi su di lui, e vedendo che egli aveva fede per essere guarito, disse ad alta voce: «Alzati in piedi». Ed egli saltò su e si mise a camminare".
g. Cristo come oggetto della fede salvifica:
Giov 3:16 "Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna".
Giov 6:40 "Questa infatti è la volontà di colui che mi ha mandato: che chiunque viene alla conoscenza del Figlio e crede in lui, abbia vita eterna, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno»".
h. La necessità di coltivare la certezza:
Eb 6:11 "E desideriamo che ciascuno di voi mostri fino alla fine il medesimo zelo per giungere alla piena certezza della speranza".
2 Pi. 1:10 "Perciò, fratelli, sforzatevi sempre maggiormente di rendere sicura la vostra vocazione ed elezione perché, facendo queste cose, non inciamperete mai".
Per lo studio ulteriore:
Quale tipo di ravvedimento è menzionato in Mt. 27:3; 2 Co. 7:10b ?
Puoi menzionare dei personaggi biblici in cui si sarebbe potuto difficilmente aspettarsi una conversione nel senso di una profonda crisi? Cfr. Gr. 1:4; Lu. 1:5; 2 Ti. 3:15.
Puoi citare qualcuna delle più grandi frasi bibliche che ispirano la certezza della salvezza? Cfr. Eb. 3:17,18; 2 Co. 4:16-5:1; 2 Ti. 1:12.
Domande di revisione:
In quali diversi sensi la Bibbia parla di conversione?
In che modo differiscono la conversione temporanea e ripetuta?
Quali sono gli elementi della vera conversione? Quali aspetti include?
Quali elementi sono inclusi nel ravvedimento?
In che modo i cattolici - romani comprendono il ravvedimento (la penitenza)?
In che cosa differiscono la conversione e la rigenerazione?
Chi è l'autore della conversione? L'uomo coopera con essa?
E' sempre necessaria la conversione come una crisi drammatica?
Di quanti tipi di fede parla la Bibbia?
Quali sono le caratteristiche della fede: storica, temporale, e basata sui miracoli?
In che modo la fede temporanea differisce da quella salvifica?
Quali sono gli elementi della fede? Quanta conoscenza è necessaria?
Qual è l'elemento coronante della fede salvifica?
Chi è l'oggetto della fede salvifica?
Il cristiano possiede sempre la certezza della propria salvezza?
In che modo si può coltivare la certezza della propria salvezza?
(20, continua).
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